La sostenibilità dei sistemi alimentari urbani è una prospettiva essenziale per affrontare le sfide globali dell’urbanizzazione, della malnutrizione, e dei cambiamenti climatici.
Ogni contesto ha le proprie esigenze, con soluzioni e iniziative ad hoc in grado di soddisfarle, ma un aspetto comune che si riscontra quasi dappertutto, specialmente nelle città di piccole e medie dimensioni, è la carenza di competenze specifiche sia a livello istituzionale (in termini di politiche da adottare) che organizzativo.
Lavorare sulle politiche alimentari urbane richiede inoltre un meccanismo decisionale di governance innovativo, che coinvolga sia il livello locale attraverso il coinvolgimento attivo della società civile, delle imprese e della ricerca per elaborare strategie alimentari per uno sviluppo sociale ed economico più equo, che il livello istituzionale, attraverso il collegamento con settori istituzionali e decisionali più alti, per favorire la scalabilità del processo dal livello locale a quello regionale, nazionale e internazionale.
A questo proposito, l’esperienza del laboratorio di Bari, estremamente innovativa nel panorama nazionale, si rivolge a un livello di policy più elevato rispetto a quello urbano: il processo di governance ha interessato la dimensione metropolitana e rappresenta anche un’opportunità per qualificare la realtà barese come buona pratica per altre città. A questo proposito, per testare il processo su altri territori, sono stati avviati laboratori di progettazione urbana per la definizione di piani strategici di politica alimentare urbana a Taranto, Tricase e Tirana.
Il risultato più significativo è stato raggiunto nella città di Taranto che, a seguito del lavoro svolto, sarà presto chiamata a sottoscrivere il Milan Urban Food Policy Pact.
Le attività di co-progettazione del piano strategico per la transizione del sistema agroalimentare della città di Taranto si sono articolate in tre fasi, precedute da un kick-off meeting (aprile 2022) per presentare il programma complessivo, gli obiettivi attesi, le attività e gli attori da coinvolgere. Uno degli elementi prioritari e preliminari è stato il coinvolgimento della società civile, dei cittadini, delle amministrazioni pubbliche, delle università e degli enti di ricerca e delle imprese. Grazie al kick-off meeting e a un’intensa attività di coinvolgimento degli attori locali, realizzata con il prezioso supporto dell’Università di Bari – Dipartimento Jonico, secondo l’approccio della quadrupla elica, è stato possibile avviare i workshop di co-progettazione.
La prima fase si è sviluppata nel primo incontro del 25 maggio 2022, durante il quale i partecipanti hanno lavorato all’identificazione del futuro auspicato (vision); all’identificazione dei problemi che ne impediscono il raggiungimento; all’identificazione dei progetti e delle attività esistenti che contribuiscono alla mitigazione dei problemi, e degli attori mancanti da coinvolgere.
La seconda fase, che si è espletata il 5 luglio 2022, ha previsto l’uso del cosiddetto “brainwriting” per co-progettare soluzioni rispetto ai problemi identificati nella fase precedente. I partecipanti, dopo essere stati divisi in tre gruppi, hanno sviluppato un’idea per ciascuno dei problemi identificati in ogni visione.
Dopo aver analizzato i risultati degli incontri precedenti e averli confrontati con alcune best practices internazionali, la terza e ultima fase, tenutasi il 3 novembre 2022, consisteva nel definire, stabilire le priorità, e validare le azioni cardine da includere in una politica alimentare locale.
Il processo partecipativo ha permesso di identificare gli orientamenti strategici e le azioni prioritarie alla base della transizione alimentare della città di Taranto. Si tratta di azioni che possono rappresentare un primo elemento di condivisione con i policy maker della città di Taranto per l’elaborazione della politica alimentare locale.
Al termine del percorso partecipativo sono state individuate otto azioni:
- Sensibilizzazione delle scuole e dei consumatori ai temi dell’alimentazione e della riduzione/valorizzazione dei rifiuti.
- Recupero e valorizzazione degli scarti alimentari.
- Designazione comunale DE.CO. per valorizzare il cibo locale.
- Hub di quartiere; redistribuzione delle eccedenze alimentari agli indigenti; reti, cooperazione, piattaforme e sostegno finanziario.
- Rigenerazione degli spazi urbani, agricoltura urbana e orti urbani.
- Uso del suolo pubblico, mappatura dell’allocazione dei terreni da assegnare all’imprenditoria giovanile.
- Formazione e sostegno ai processi di innovazione aziendale (open innovation hub) per la transizione alimentare.
- Mercati e accesso al cibo.
I risultati ottenuti a Bari e Taranto hanno fornito spunti per la potenziale scalabilità del processo a livello nazionale e mediterraneo.
Il “focus innovativo” del laboratorio di Bari ha permesso al CIHEAM Bari di rafforzare le relazioni e le collaborazioni con altre reti e di condividere il suo posizionamento strategico, attraverso progetti di cooperazione internazionale, con altre città della sponda sud del Mediterraneo, nonché con il Ministero degli Affari Esteri italiano e diverse organizzazioni internazionali.
A livello nazionale, il CIHEAM Bari è membro della Rete Italiana Politiche Locali del Cibo, un gruppo di circa 600 tra accademici, ricercatori, amministratori e attivisti, impegnati, per motivi di ricerca o professionali, nella pianificazione di sistemi alimentari territoriali sostenibili.
A livello mediterraneo, invece, il CIHEAM Bari ha partecipato attivamente ad una serie di incontri (la conferenza di Napoli su “Le politiche alimentari nelle città del Mediterraneo” nel maggio 2023, il “Secondo vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari sostenibili” a Roma nel luglio 2023, e il Meeting di Rimini su “Sicurezza alimentare e sostenibilità: cooperare per crescere” nell’agosto 2023), che hanno portato alla luce numerose esperienze e idee, evidenziando il ruolo fondamentale delle città nell’affrontare le complesse questioni legate alla sicurezza alimentare.
A partire da questi incontri, il CIHEAM Bari ha ampliato il dialogo sul tema della transizione alimentare nel Mediterraneo, coinvolgendo gli attori della governance a un livello superiore (regionale, nazionale e internazionale) per sottolineare l’importanza di un approccio di governance multilivello al tema delle politiche alimentari, e di quanto questo sia importante per garantirne l’efficacia. Le esperienze evidenziano infatti la necessità di integrazione tra politiche e settori diversi, dal momento che una politica alimentare racchiude al suo interno temi e settori trasversali (ad esempio, istruzione, infrastrutture, innovazione tecnologica e sociale, ecc.).
Quanto realizzato finora ha fornito spunti per lavorare sul tema della transizione alimentare anche oltre la scadenza del progetto FoodSHIFT2030 (dicembre 2023), capitalizzandone i risultati. A tal fine, ad esempio, il CIHEAM Bari ospiterà a gennaio 2024 l’assemblea generale della già citata Rete Italiana Politiche Locali del Cibo, con l’obiettivo di discutere e confrontarsi sul tema delle politiche alimentari in Italia e nel Mediterraneo.
Inoltre, il CIHEAM Bari lavora costantemente a nuovi progetti, partecipando a bandi europei (soprattutto Interreg) per sostenere la transizione alimentare e l’economia circolare nel sistema agroalimentare, sviluppando strategie, piani d’azione e soluzioni con l’approccio Living Lab, favorendo anche nuove reti di cooperazione territoriale, necessarie per orientare gli sforzi comuni verso sistemi alimentari più sostenibili e resilienti.
La partecipazione attiva degli stakeholder locali della quadrupla elica, seguendo l’approccio del Living lab, si è dimostrata efficace nella progettazione dei piani d’azione. Infatti, il loro coinvolgimento non solo ha garantito che la cittadinanza fosse rappresentata nei processi decisionali, ma anche che ciò che emerge dal processo di co-creazione fosse basato sulle reali esigenze delle comunità e del loro contesto di riferimento.
Allo stesso tempo, il rafforzamento della collaborazione e del dialogo tra esperienze e città, sia a livello nazionale che internazionale, è sicuramente un punto chiave, in quanto promuove scambi di conoscenze ed esperienze che possono facilitare, anche attraverso il networking, l’implementazione di politiche alimentari locali e monitorarne gli sviluppi, nonché la condivisione di processi, approcci e soluzioni messe in atto.
Infine, data la natura trasversale delle politiche alimentari locali, favorire l’adozione di politiche integrate potrebbe garantirne una maggiore efficacia e incidere positivamente sul benessere delle comunità da un punto di vista sociale, economico e ambientale.