Fare in modo che i cittadini e le imprese alimentari sostengano filiere corte e cibo di qualità, prodotto localmente. È l’obiettivo di uno strumento elaborato dal Copenhagen Lab, in Danimarca, attraverso il coinvolgimento di cittadini, imprese e chef di mense e ristoranti che, attraverso le loro scelte, determinano le sorti dei sistemi alimentari locali.
In tutto il mondo, il cibo che ci arriva in tavolo dipende in larga parte da catene di approvvigionamento lunghe e complesse, rispetto a sistemi più localizzati. Dipendiamo sempre più da un numero sempre minore di grandi aziende alimentari, in grado di controllare il sistema alimentare, ma al tempo stesso più vulnerabili agli shock (come nel caso di una pandemia o delle conseguenze di fenomeni estremi legati ai cambiamenti climatici). Al contrario, gli attori agroalimentari più piccoli, con relazioni più dirette con partner e consumatori, hanno dimostrato una migliore capacità di rispondere ai problemi posti, ad esempio, dalla pandemia del nuovo coronavirus, assicurando ai cittadini il cibo di cui avevano bisogno. In altre parole, piccoli, legati alle territori locali e in rete è meglio, è più efficiente ed è più sicuro.
Come fare però a riconoscere un alimento con impatti sociali, economici e ambientali positivi a livello locale? Il Copenhagen Lab ha sviluppato un nuovo strumento che mostra quanto cibo proveniente dai terreni agricoli biologici danesi finisce sulle mense e nelle cucine dei ristoranti che hanno partecipato al progetto pilota.
Il progetto ha individuato otto indicatori che permettono di monitorare l’impatto sull’approvvigionamento di una cucina, tra cui le tipologie di fornitori, gli ettari di terreno agricolo, i tipi di carne e la percentuale di carne negli acquisti in cucina, quantità e varietà di frutta e verdura, percentuale di ingredienti di stagione acquistati, specie e origine del pesce e dei frutti di mare acquistati. In questo modo, un cittadino che va a mangiare in un ristorante o in una mensa sa cosa sta mangiando e che impatto ha sul territorio. Allo stesso tempo, uno chef di una mensa o di un ristorante sa qual è l’impatto in termini di cibo sano e ricadute economiche sul territorio della sua cucina.
Sistemi alimentari locali forti hanno bisogno infatti di cittadini che a diverso livello sia consapevoli che con le loro scelte alimentari possono avere impatti sociali, economici e ambientali positivi a livello locale. L’obiettivo di questo strumento è, dunque, consentire alle persone di comprendere la propria impronta alimentare e massimizzare i benefici della loro alimentazione quotidiana.
Immagine in anteprima: Marie Sainabou Jeng